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FRUTTA SECCA OLEOSA, UTILIZZI E BENEFICI

Spesso le persone rimangono stupite quando si consiglia di mangiare la frutta secca oleosa.

In realtà la frutta secca oleosa possiede veramente innumerevoli proprietà nutrizionali in quanto ricchissima di sali minerali, vitamine, grassi utili per il nostro benessere, fibre e proteine.

Inoltre va anche sfatato il discorso che faccia ingrassare, infatti nonostante l’elevato apporto calorico, gli studi evidenziano che la frutta secca oleosa abbia un ruolo coadiuvante nelle diete dimagranti.

Per frutta secca oleosa intendiamo:

  • noci,
  • nocciole,
  • mandorle,
  • macadamia,
  • pistacchi,
  • anacardi,
  • noci del Brasile,
  • cocco,
  • pinoli,
  • noci pecan.

La frutta secca oleosa non dovrebbe mai mancare e la porzione quotidiana dovrebbe essere di circa 30 grammi.

Ovviamente la frutta secca oleosa non deve essere salata (siamo tutti a conoscenza dei danni prodotti da un consumo eccessivo di sale!) e tostata perché con la cottura si formano prodotti di glicazione (AGE) dannosi e gli oli buoni contenuti si alterano non apportando più i benefici che dovrebbero.

La frutta secca oleosa può essere consumata in qualsiasi momento della giornata, durante la prima colazione, come spuntino mattutino o merenda pomeridiana, per preparare un gustoso pesto o per arricchire un’insalata.

Dal punto di vista clinico gli studi dimostrano un ruolo della frutta secca oleosa nel ridurre il colesterolo LDL nel sangue (quello definito “cattivo”!), nel proteggere dagli insulti cardiovascolari, nel ridurre l’insorgenza del diabete, nel contrastare l’effetto dannoso dei radicali liberi in circolo, nel ridurre l’insorgenza di malattie neurodegenerative, nel ridurre l’incidenza di patologie respiratorie e nel ridurre il rischio di malattie oncologiche.

Per quanto riguarda il cancro ci sono studi che confermano l’effetto protettivo di questi alimenti nei confronti delle neoplasie del polmone, del colon retto, dell’esofago, dello stomaco, del pancreas e dell’endometrio.

“Nut and peanut butter consumption and the risk of lung cancer and its subtypes: a prospective cohort study”; Nieuwenhuis, L., & van den Brandt, P. A.; Lung Cancer, 2019.
“Relationship of tree nut, peanut and peanut butter intake with total and cause-specific mortality: a cohort study and meta-analysis”; Van den Brandt PA and Schouten LJ; Int J Epidemiol. 2015.
“Nut consumption and risk of cardiovascular disease, total cancer, all-cause and cause-specific mortality: a systematic review and dose-response meta-analysis of prospective studies”; Aune D et al.; BMC Med. 2016.
“Nut and peanut butter consumption and the risk of esophageal and gastric cancersubtypes”; Hashemian M. et al; Am J Clin Nutr. 2017.
“Tree nut, peanut, and peanut butter consumption and the risk of gastric and esophageal cancer subtypes: the Netherlands Cohort Study”; Nieuwenhuis L and Van den Brandt PA; Gastric Cancer. 2018

 

Dott.ssa Edy Virgili

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