È noto il collegamento tra l’intestino ed i vari organi ed apparati del nostro corpo.
Spesso si sente parlare di asse intestino-cervello, ma dobbiamo iniziare a prendere in considerazione anche gli altri assi di collegamento, partendo da quello tra intestino e fegato.
Il fegato, intimamente legato all’intestino grazie alle vie biliari, alla circolazione sistemica e alla vena porta, beneficia dell’eubiosi microbica.
In caso di disbiosi, invece, sono descritte lo sviluppo e la progressione di molte malattie epatiche, di varia entità e tipologia.
Il fegato è la più grossa ghiandola dell’organismo ed è il punto cruciale per lo svolgimento di tutte le funzioni metaboliche:
– gestisce la trasformazione,
– l’assorbimento e l’immagazzinamento dei carboidrati,
– produce la bile per la trasformazione e l’assorbimento dei grassi,
– partecipa al metabolismo proteico, ecc…
Ha il ruolo fondamentale di detossificare l’organismo: in presenza di tossine e metaboliti di rifiuto, li inattiva e li invia all’intestino, che provvederà alla loro effettiva eliminazione.
In condizioni di disbiosi, però, questo processo potrebbe non avvenire correttamente, non solo, potrebbero essere presenti specie microbiche in grado di riattivare alcuni metaboliti di rifiuto e rimetterli nella circolazione sistemica oppure reinviandoli al fegato, con conseguente sovraccarico d’organo.
Tutto questo che potrebbe inficiare sulla funzionalità epatica, rendendola non più efficiente sulle varie vie metaboliche di sua competenza (metabolismo del colesterolo, dei grassi, degli ormoni, dell’alcool e degli zuccheri).
Tale contesto apre le porte a forme patologiche come la steatosi epatica, la cirrosi, la colangite e rappresenta un fattore di rischio, reversibile, per l’insorgenza di malattie tumorali.
Tra i metaboliti di rifiuto del fegato troviamo gli estrogeni, che una volta svolto il loro lavoro nell’organismo tornano al fegato per essere disattivati ed eliminati.
Nel lume intestinale potrebbero essere presenti batteri in grado di riattivare gli estrogeni di rifiuto e riportarli in circolo con conseguente bombardamento estrogenico.
Questa situazione di iperestrogenismo potrebbe essere la causa di fibromi uterini, endometriosi, tumori ormono dipendenti (seno, prostata, ovaio e utero) e altre malattie endocrine.
In presenza di disbiosi e permeabilità intestinale, i batteri stessi e i loro metaboliti traslocano in siti extra-intestinali, come il fegato, stimolando la produzione di molecole pro-infiammatorie e modulando il sistema immunitario negativamente.
Tra i metaboliti microbici tossici ricordiamo il lipopolisaccaride, una vera e propria epatotossina, in grado di determinare un deterioramento epatico.
Molti studi evidenziano infatti l’origine non alcolica di molte malattie epatiche (steatosi, cirrosi, ecc…), che affondano le loro radici proprio nella disbiosi intestinale.
Dott.ssa Edy Virgili & Greta Postacchini
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