Troppo spesso gli interventi nutrizionali sono standardizzati, sia a livello di approccio con il paziente sia a livello di programma alimentare, che invece dovrebbero seguire uno stile “tailor-made”, ovvero “fatto su misura”…
del resto siamo da poco entrati nell’era della medicina di precisione.
Frequentemente manca l’ascolto dei segnali che arrivano dal corpo del paziente, manca l’analisi dello stile di vita alimentare della persona, così come della sua storia psicologica e fisiologica/patologica.
Non si riesce sempre a rendere consapevole il paziente degli errori pregressi, né dei risultati ottenuti;
manca l’approccio educativo.
Spesso non si motiva correttamente la persona che dovrebbe seguire la dieta e quindi la compliance viene a mancare.
Si lavora ancora su un livello troppo superficiale, dove la dieta si fa solo per dimagrire, quando oggi la dieta è diventata una dei protagonisti nella prevenzione di tutte le malattie cronico degenerative.
Infine si fanno i conti solo con l’essere umano non considerando il microbiota: purtroppo non solo serve conoscere la biochimica umana (…e bene, se di nutrizione parliamo!), ma anche la biochimica dei microorganismi che convivono con l’organismo umano.
Oggi dobbiamo parlare di OLOBIONTE (insieme di uomo e microbiota) e di METABOLOMICA (insieme del metabolismo umano e del metabolismo microbico).
Forse tenendo in considerazione tutti questi elementi potremmo riuscire a creare un programma di educazione alimentare efficace, mirato al cambiamento dello stile di vita del paziente e del suo micorbiota.