Alcuni modelli dietetici, protratti per tanto tempo, sono associati con caratteristiche anti-infiammatorie o pro-infiammatorie del microbiota intestinale.
È ormai confermato quanto la dieta occidentale sia associata ad infiammazione intestinale cronica di basso grado, implicata nell’insorgenza e nella progressione di moltissime malattie immuno-mediate.
L’orario dei pasti, la quantità e la qualità dei cibi presenti nella dieta giocano un ruolo fondamentale nella modulazione della composizione microbica intestinale e della produzione dei metaboliti microbici;
si evince quindi il ruolo fondamentale della dieta nei confronti delle funzioni microbiche correlate alla salute umana.
La disbiosi intestinale porta a modifiche nella produzione dei metaboliti microbici e alla traslocazione sia dei microbi che dei loro metaboliti in apparati e organi dove invece non dovrebbero stare; tutto questo contribuisce ad attivare negativamente il sistema immunitario.
Fin ad oggi, la ricerca si è concentrata principalmente sulle proprietà antiinfiammatorie di alcune molecole per trattare le varie forme di coliti, ma con efficacia limitata.
Innumerevoli studi condotti negli ultimi decenni e nuove scoperte hanno confermato le consistenti associazioni tra dieta e microbiota intestinale, sia nei pazienti affetti da malattie intestinali (Crohn, colite ulcerosa, cancro al colon, ecc…), che nella popolazione generale.
Un elevato consumo di alimenti di origine animale, di alimenti processati, di alcool e di zucchero, corrisponde ad un ambiente microbico caratterizzato da infiammazione, ed è associato ad alti livelli di marker infiammatori intestinali.
Un’alimentazione basata su alimenti vegetali, invece, è associata ad un aumento di microbi produttori di acidi grassi a catena corta, utili per la nostra salute, e ad una riduzione di patogeni.
In un prossimo futuro, tutte queste informazioni potrebbero essere di grande aiuto nella pratica clinica, si potrebbe arrivare a modulare il microbiota intestinale attraverso diete ricche di verdure, legumi, cereali, noci e pesce.
Una maggiore assunzione di alimenti vegetali, rispetto a quelli alimenti animali, potrebbe prevenire i processi infiammatori intestinali alla base di molte malattie croniche.
Anche un’alimentazione basata su cibi integrali sembrerebbe potenziare le capacità anti-infiammatorie di alcuni nutrienti, attraverso un effetto sinergico sul microbiota intestinale.
Fonti alimentari di acidi grassi poli insaturi del tipo omega-3 e di polifenoli potrebbero essere utilizzate per aumentare l’abbondanza di microbi produttori di SCFA.
Purtroppo, per capire a pieno le interazioni tra dieta e microbiota e la loro capacità di indurre infiammazione intestinale saranno necessari ulteriori studi, comunque moltissime sono le evidenze scientifiche per iniziare a seguire una dieta di tipo Mediterraneo, in grado di fornire tutti i nutrienti utili al benessere dell’intestino.
Fonti bibliografiche:
“Long-term dietary patterns are associated with pro-inflammatory and anti-inflammatory features of the
gut microbiome”; L. A. Bolte et al.; Gut, 2021.
“Gut microbiome-Mediterranean diet interactions in improving host health”; Ravinder Nagpalet al.; F1000Research 2019.